Sei usufruttuario e vuoi non pagare l’IMU? Ecco cosa dice la legge sul diritto

Quando si tratta dell’IMU e del diritto di usufrutto, la normativa italiana stabilisce regole molto precise che spesso suscitano dubbi tra gli interessati. L’usufruttuario è colui che ha diritto di godere di un bene immobile di proprietà altrui e di ricavarne tutte le utilità previste. Proprio per questo suo ruolo, la legge prevede che sia questo soggetto a essere il responsabile fiscale del pagamento dell’IMU, e non il nudo proprietario. Tuttavia, ci sono alcuni casi particolari in cui l’usufruttuario può essere esonerato dalla tassazione.

L’IMU e il ruolo dell’usufruttuario secondo la normativa vigente

La normativa nazionale, in particolare l’articolo 9 del Decreto Legislativo n. 23 del 2011, stabilisce che il soggetto tenuto al pagamento dell’IMU è il titolare del diritto reale di usufruttousufrutto. Di conseguenza, nel caso di contratti in cui la nuda proprietà viene trasferita (ad esempio, tramite donazioni ai figli) e viene mantenuto l’usufrutto, è sempre l’usufruttuario a dover versare questa tassa sugli immobili.

In ogni situazione in cui l’insolvenza dell’usufruttuario si configuri, il debito fiscale relativo all’IMU non passa mai al nudo proprietario. Se l’usufruttuario non paga, il rischio riguarda esclusivamente il suo stesso diritto: la legge prevede che il fisco possa procedere con il pignoramento del diritto di usufrutto. L’articolo 555 del codice di procedura civile consente infatti di pignorare diritti reali come l’usufrutto, mettendoli all’asta secondo le regole dell’espropriazione immobiliare.

Quando l’usufruttuario NON deve pagare l’IMU

Esistono casi di esenzione in cui il soggetto passivo d’imposta non è soggetto al versamento dell’IMU. La legge prevede che sia escluso il pagamento dell’IMU per l’immobile destinato a abitazione principale. Questo vale sia che ne sia proprietario, sia che ne sia usufruttuario, a patto che vi trasferisca la residenza anagrafica e la dimora abituale:

  • L’immobile deve essere adibito a prima casa, ossia luogo di residenza e di dimora abituale.
  • L’esenzione opera solo sull’unità destinata ad abitazione principale dell’usufruttuario.
  • Se l’usufruttuario vive nell’immobile, lo registra regolarmente come residenza, e vi abita la maggior parte dell’anno, non dovrà pagare l’IMU.
  • Se invece l’usufruttuario affitta l’immobile, lo tiene a disposizione senza abitarlo, o lo usa come seconda casa, dovrà pagare l’IMU.

Per distinguere tra dimora abituale e prima casa, occorre fare riferimento ai criteri anagrafici e oggettivi: la residenza deve essere registrata nell’immobile e occorre che la maggior parte dell’anno venga trascorsa presso esso. Chi invece usa la casa come seconda abitazione, la lascia sfittta o la concede in locazione per meno di sei mesi, sarà tenuto comunque al pagamento dell’imposta.

Conseguenze e sanzioni per mancato pagamento dell’IMU

Se l’usufruttuario non corrisponde l’importo dovuto per la IMU, la legge prevede l’applicazione di una sanzione amministrativa del 30% sull’imposta non versata, oltre agli interessi di mora. In caso di persistente inadempienza, il Comune e il fisco possono procedere con il pignoramento del diritto di usufrutto, che potrà essere messo in vendita o assegnato alla stessa stregua di un bene immobile pignorato.

È fondamentale ricordare che le conseguenze negative gravano solo sull’usufruttuario e mai sul nudo proprietario. Quest’ultimo, infatti, non può essere chiamato a rispondere per il mancato versamento dell’IMU da parte dell’usufruttuario.

Casi particolari: patrimoni familiari, successione e fine dell’usufrutto

Molte famiglie italiane utilizzano l’istituto dell’usufrutto per la gestione del patrimonio immobiliare, specie in presenza di successioni o donazioni. In questi casi, può sorgere il dubbio su chi debba farsi carico dell’IMU. Tuttavia, la legge è molto chiara. Se il genitore dona la nuda proprietà della casa ai figli e mantiene l’usufrutto, il genitore usufruttuario sarà l’unico obbligato al pagamento dell’imposta. Se invece il figlio usufruttuario ha la residenza nella casa, la usa abitualmente come dimora ed è regolarmente registrato, non pagherà l’IMU per quell’unità immobiliare.

Alla morte dell’usufruttuario, il diritto di usufrutto si estingue automaticamente, e la piena proprietà passa al nudo proprietario, che diventa anche responsabile fiscale. Da quel momento, l’IMU andrà calcolata sulla sua posizione, secondo le regole ordinarie.

Ci sono casi, infine, in cui l’immobile è posto in locazione dagli usufruttuari o viene lasciato sfitto. In queste situazioni, l’esenzione viene meno, e scatta nuovamente l’obbligo di pagamento. Nel caso di locazione, poi, l’IMU resta sempre a carico dell’usufruttuario e non passa mai all’inquilino, a meno che la locazione non superi la durata di sei mesi nel corso dell’anno fiscale.

Principali situazioni in sintesi:

  • Usufruttuario residente e dimorante abitualmente: esente da IMU sull’immobile.
  • Usufruttuario che lascia l’immobile sfitto: tenuto a pagare l’IMU.
  • Usufruttuario che concede l’immobile in locazione: tenuto a pagare l’IMU (se la locazione non supera 6 mesi).
  • Nudo proprietario: mai responsabile IMU finché esiste il diritto di usufrutto.

Per chi desidera approfondire le implicazioni tecniche e giuridiche del diritto di usufrutto, è disponibile anche una dettagliata voce su Wikipedia.

Per concludere, chi è usufruttuario può non pagare l’IMU solo se rispetta i requisiti previsti dalla legge riguardo la dimora e la residenza nell’immobile. In tutti gli altri casi, resta il principale responsabile d’imposta e rischia, in caso di mancato pagamento, sanzioni amministrative e il pignoramento del proprio diritto, senza ricadute per il nudo proprietario.

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